Se ci pensi il cambiamento è una condizione costante del cosmo intero, insito nella natura stessa, eppure l’essere umano che fa parte di questo continuo divenire ha bisogno di certezze, di prevedibilità, di sicurezza. Un bisogno che vede molti di noi preferire ciò che già conosciamo, anche se spesso doloroso, piuttosto che affrontare una situazione nuova e ignota.
Proprio perché il cambiamento intorno e dentro di noi è continuo, percepiamo la perdita di controllo vissuta come una minaccia alla nostra identità e a tutto quello che conosciamo di noi e del mondo che ci circonda.
Ecco che i cambiamenti diventano vere e proprie fonti di stress, tutte le tipologie, persino quelle positive. Rientrano tra le maggiori cause di stress avvenimenti quali: morte di un membro della famiglia, divorzio, incidente e malattia, ma anche la riconciliazione con il coniuge, il matrimonio, il pensionamento, la nascita di un figlio e cambiamenti delle condizioni finanziarie, ecc.. Nell’elenco stilato dai ricercatori, al 28° posto, troviamo anche la revisione delle abitudini personali (e questo non ci è difficile crederlo!).
Numerose ricerche hanno indagato la correlazione tra stress e malattia rilevando un evidente impatto del primo sul sistema immunitario e di conseguenza sullo stato di salute fisica.
Focalizziamo ora il nostro interesse sul lavoro e cerchiamo di capire come l’inevitabile necessità di cambiare metodologie, tecniche, procedure e persino atteggiamenti e comportamenti si possano integrare in modo proficuo con la mancanza di predisposizione al cambiamento delle persone.
Introduci giovani in organico. I giovani non hanno “l’orticello” da difendere (che sia ruolo o area di potere), né convinzioni su cui aver fondato una carriera intera piuttosto che una concezione di come funziona il mondo. Questo rende i giovani lavoratori più capaci di abbracciare il nuovo e di vedere nelle cose che cambiano un’opportunità e non una minaccia. Attenzione però a non permettere che la foresta adulta soffochi questa piccola piantina sotto il peso di una radicata cultura aziendale ed ego smisurati. Favorisci il mentoring, anche attraverso piani di formazione e attività strutturate. Ne beneficerà sia il mentor che si sentirà valorizzato ed utile e il giovane che percepirà l’investimento dell’azienda su di lui, potrà apprendere in modo personalizzato sfruttando al massimo il suo potenziale. Ne beneficerà l’organizzazione tutta che avrà ottenuto personale leale, coerente con i valori aziendali, orientato agli obiettivi e capace di conservare e produrre know how.
Comunica.
Daniel Goleman ha scritto: “Il cambiamento è possibile e la gente è disposta a cambiare, purché veda una buona ragione per farlo!” Ecco, il tuo compito consiste nel far vedere quella buona ragione che smuove le energie e per farlo non devi smettere mai di comunicare. Se hai definito mission, vision, analizzato dati, contesti socio-economici, gap da colmare, va tutto bene, ma per portare le persone con te verso il cambiamento desiderato non puoi fare appello solo sulla razionalità, ma fare leva anche sulle emozioni. Quindi non ti accontentare di qualche riunione, ma crea un vero e proprio sistema di relazioni basato sulla comunicazione continua e personalizzata. Dà e richiedi feedback continui, anche se faticoso e richiede tempo, ma ne sarai ripagato.
Coinvolgi.
Le persone non amano essere trattate come bambini che non possono capire le cose, odiano i silenzi ed all’interno di questi sono capaci di costruire realtà verosimili che serpeggiano con il passaparola, creando ansia e atteggiamenti difensivi. Il coinvolgimento è sempre importante per mantenere un clima positivo e la concentrazione, lo è ancor di più quando ci sono in vista importanti cambiamenti che possono riguardare livelli differenti: da una riorganizzazione dei processi, a un nuovo gestionale fino ad un cambio societario o una delocalizzazione.
Al riguardo è utile sapere che una delle maggiori fonti di stress per l’essere umano è l’incertezza, l’incertezza alimenta il senso di angoscia e una persona angosciata non ha le energie psichiche per affrontare un cambiamento.
Comunica, coinvolgi, ascolta.
Festeggia i successi. Prima di raggiungere la vetta lo scalatore affronta molte tappe, ogni tappa è funzionale al ristoro, ma anche al monitoraggio, verificare cioè se sta andando tutto come da piano o è necessario fare delle modifiche. Il cambiamento si mette in atto per ottenere un risultato desiderato, ma quell’obiettivo deve essere scorporato in tanti piccoli obiettivi, il raggiungimento dei quali è propedeutico a quello finale.
L’obiettivo, che come sai deve essere specifico, misurabile, fattibile, tempificato e condiviso, una volta raggiunto deve essere celebrato. A te la fantasia di come farlo, ma non dimenticarti di farlo. Le persone capiranno di essere sulla strada giusta, si sentiranno parte di un progetto comune, e il loro morale ne beneficerà caricandoli di quell’energia psichica funzionale ad affrontare le novità future.